CRONACA DELLA GIORNATA DEL 27/06/’11 ALLA LIBERA REPUBBLICA DELLA MADDALENA
Ribelle senza sosta del CAST
IL VICOLO CIECO
Dopo mesi, troppi mesi, di nuovo tutti in piazza. Tutti uniti perché oggi c’è lo sciopero generale, un’occasione imperdibile, oggi si fa sul serio, poiché uniti possiamo sconfiggere la destra e Berlusconi, così, magari, vince Fassino. George Orwell in un suo grande romanzo, 1984, descriveva quale sarebbe stata la società futura; gli uomini avrebbero parlato una lingua particolare denominata neo-lingua, nella quale libertà significava schiavitù, pace voleva dire guerra, ecc. Dopo più di 60 anni dall’uscita di questo romanzo distopico pare che purtroppo Orwell abbia previsto tutto. Oggi: per mantenere la pace scarichiamo bombe sulla Libia; per la nostra libertà lo Stato riempie le strade delle nostre città di polizia, soldati, addirittura carri armati. Anche la parola sciopero generale è entrata a far parte della neo-lingua, un tempo aveva un significato importante di lotta contro il sistema capitalistico al fine della sovversione dell’esistente, pronunciata dalla CGIL muta significato in sottomissione al potere dell’unico grande sindacato. La CGIL, mostrata dalle televisioni come il sindacato più combattivo, scegliendo la strada della concertazione cerca di impedire che le lotte si trasformino in conflitto sociale. Per il sindacato di Stato la cosa più importante, prima della difesa dei diritti o di altre amenità tanto sbandierate, è che i lavoratori non si autorganizzino, la protesta deve restare negli stretti confini della Costituzione, mai andare oltre, altrimenti il sindacato condannerà i violenti. Violenza per noi è andare a lavorare tutti i giorni sotto un padrone, è vedere militari e polizia per le strade, è scoprire che la propria vita dipende da un pezzo di carta in cui c’è scritto in quale stato dobbiamo stare, invece, per la CGIL è ribellarsi a questo sistema. Lo sciopero generale era necessario in autunno per la vertenza di Pomigliano o a gennaio per quella di Mirafiori, adesso questo sciopero, sarebbe più corretto chiamarlo pagliacciata, generale ha il solo scopo di fare un favore al PD e ai suoi scagnozzi per le elezioni. Credere che da un’iniziativa di un sindacato confederale possa ripartire un movimento studentesco che faccia davvero paura o almeno dia parecchio fastidio a chi ci governa è molto ingenuo, questa strada non ha via d’uscita è appunto un vicolo cieco. LA SCELTA DELL’AUTOGESTIONE E’ ora di ribellarsi anche contro quei partiti o quei sindacati che vorrebbero comprendere le nostre problematiche ed erigersi a nostri rappresentanti, non ne abbiamo bisogno. Questo autunno abbiamo dimostrato occupando e autogestendo le scuole e le università di essere in grado di fare da soli, perché ora seguire un sindacato? Per resistere alla crisi, allo sfruttamento del lavoro salariato o alle follie nucleari, l’unica strada è quella dell’autogestione e dell’azione diretta senza delega.
Torino 1 maggio. Il PD aggredisce lo spezzone contro la guerra.
Il servizio d’ordine del PD ha tentato di fermare lo spezzone contro la guerra e il militarismo, promosso da Federazione Anarchica Torinese, Federazione Anarchica del Monferrato, Perla Nera, Zabriskie Point Novara, Collettivo Anarchico Studentesco Torinese. In piazza Vittorio, alla partenza del corteo, il servizio d’ordine degli squadristi democratici del PD ha assaltato il furgone d’apertura degli anarchici. Hanno frantumato il parabrezza e rubato le chiavi del mezzo. Quando gli antimilitaristi, dopo un lungo scontro con i democratici, sono riusciti a riprendersi le chiavi, le hanno trovate spezzate. Gli stalinisti poi, temendo di essere riconosciuti, hanno aggredito un manifestante che stava fotografando il corteo, spaccandogli a pugni la macchina fotografica. Nonostante la violenza incontrata, nonostante il furgone fuori uso, lo spezzone è partito lo stesso per terminare numeroso in piazza San Carlo. Diffusa la notizia dell’aggressione, lo spezzone del PD è stato duramente contestato, insultato e anche schiaffeggiato dai manifestanti. Poi l’azione intimidatoria e repressiva del PD è continuata fuori dal corteo. Un compagno di Alessandria infatti, tornando alla propria auto, si è ritrovato chiodi e viti intorno alle ruote. Questi sono i mezzi adoperati da un partito ora all’opposizione, ma poco tempo fa al potere, che ha sostenuto e finanziato guerre in Afganistan, Iraq e nella ex Jugoslavia. Metodi già utilizzati a Torino nel 1999, quando era presidente del consiglio Massimo D’Alema, per reprimere il dissenso di chi si opponeva ai bombardamenti. Oggi, 1 maggio 2011, non potendo disporre delle truppe dello Stato, hanno assoldato picchiatori prezzolati in divisa rossa e bianca. Dopo questa giornata, resta solo la miseria politica e morale di chi ha il coraggio di scendere in strada il 1 maggio, quando tutto l’anno difende i profitti dei padroni e le guerre degli stati.
Federazione Anarchica Torinese – FAI, Federazione Anarchica del Monferrato – FAI, laboratorio anarchico Perla Nera di Alessandria, circolo Zabriskie Point Novara, Collettivo Anarchico Studentesco Torinese
LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE… E NOI LO SAPPIAMO!
“Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito! perché ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per l’appunto è di quelle che hanno il naso lungo.“
Diceva bene la fata Turchina a Pinocchio: le bugie hanno le gambe corte, eppure i Sarkozy e i Berlusconi di turno non hanno imparato neppure questa lezione…
L’utilizzo di proiettili e missili all’uranio impoverito, la morte e la fuga di migliaia di persone non sono forse le gambe corte di questa guerra?
E le continue dichiarazioni dei capi di Stato atte a giustificare come necessario l’intervento militare in Libia, anzi, atte a definirlo come intervento umanitario a fianco dei civili non sono forse le bugie di questo massacro?
Questa non è retorica, ma è realismo.
In Libia gli USA e la Gran Bretagna usano missili “Cruise Tomahawk” contenenti dai 3 ai 400 Kg di uranio impoverito ciascuno. Ipotizzando che ogni missile contenga 400 Kg di uranio impoverito, mille missili lanciati causerebbero circa 6 000 morti a seguito di tumori. Gli aerei americani A-10 Warthog, anch’essi in uso in Libia, sono in grado di sparare 4 000 proiettili all’uranio impoverito al minuto. Ma non finisce qui, perché a queste letali macchine di morte sono da aggiungere le bombe a grappolo e i tradizionali armamenti (carri armati, fucili e artiglieria leggera).
In tutta questa situazione l’Italia non sta di certo con le mani in mano, e infatti il 28 aprile è partita la prima missione dei caccia italiani armati di bombe. Ma l’entrata dell’Italia in guerra è di molto precedente ai tragici fatti della Libia. Basti considerare che la spesa militare 2011-2012 è aumentata dell’8,4 % rispetto agli anni passati. E i dati qui sotto parlano da soli, perché la finanziaria 2011-2012 prevede lo stanziamento di 24,3 miliardi di euro per le spese militari:
- 1,5 miliardi per le spese all’estero
- 2,26 miliardi sono destinati ai nuovi sistemi d’arma
- 15 miliardi perl’acquisto di 131 caccia bombardieri F35
- 5,6 miliardi sono destinati all’acquisto di 10 Fregate Fremm (navi da guerra di nuova generazione).
Dietro questi numeri si nascondono vite spezzate, che si vedono private dei loro sogni, delle loro speranze, della propria esistenza. Si nascondono intere generazioni che porteranno per sempre impresso l’orrore della guerra. Sono uomini e donne di ogni età, che all’improvviso si vedono private di tutto ciò che sempre li aveva accompagnati nella vita: la presenza di amici e conoscenti, la sicurezza di una casa, il sorriso di un bambino.
La guerra ferma il dolce scorrere della vita, e impone un permanente stato di paura e terrore.
Ma in tutto questo non ci si può abbattere, ci si deve mobilitare e impegnare affinchè la violenza terrorista degli Stati plachi. Si deve operare per creare ambiti in cui sviluppare e praticare la solidarietà umana con chi è riuscito a scappare da una guerra e viene minacciato dalle leggi razziste di questo paese.
Anche noi studenti abbiamo un ruolo fondamentale nella costruzione di un’ altra società, e dobbiamo partire dalla scuola. Bisogna smontare pezzo per pezzo quelle strutture oppressive e repressive che in tutto imitano la società nel suo complesso. Dobbiamo con forza cacciare via lo Stato dalla scuola, che con progetti come “Allenati per la vita” vorrebbe portare corsi paramilitari nelle aule, per allenarci a sopravvivere, senza alzare il capo, in questa società di guerra e morte. Occorre operare affinché la scuola appartenga a chi la viva, e non a chi vorrebbe usarla per indottrinarci e renderci obbedienti. E’ necessario riprendere il sapere per riprendere una coscienza collettiva di lotta contro le oppressioni e le ingiustizie. Scacciamo il potere statale dalle scuole per permettere la libera scienza e conoscenza ad ognuno. Non possiamo permettere che le scuole diventino luoghi propedeutici ad una vita futura di sfruttamento e controllo.
APRIAMO GLI OCCHI PER NON CREDERE ALLE MENZOGNE DELLO STATO
ALZIAMO LA TESTA PER NON RINUNCIARE ALLA VITA
UNIAMOCI PER DIFENDERE GLI OPPRESSI DI OGNI DOVE
CAST (Collettivo Anarchico Studentesco Torinese)
Il collettivo si riunisce ogni martedì alle 17.00 in Corso Palermo 46.
Concerto benefit studenti inguaiati con la legge
Suoneranno:
Divisione Ostile HC Asti
Supperated HC Milano
Funeral Rape HC Monza
a seguire Dj set “HVR crew”
CONTRO TUTTE LE GUERRE E TUTTI GLI STATI
Ormai da diversi anni, come studenti, ci siamo impegnati nelle mobilitazioni contro la Gelmini. Nelle piazze, come nelle scuole, abbiamo espresso più volte il nostro dissenso, riuscendo a costruire negli anni un movimento che in certi momenti ha saputo essere molto radicale.
Ora è arrivato il momento di fare un ulteriore passo, perchè l’Italia è in guerra, e come studenti non possiamo essere indifferenti.
Da un mese la guerra in Libia è su tutte le pagine dei giornali, ma anche prima dell’intervento militare in Libia l’Italia era in guerra: dalla “missione di pace” in Afghanistan alla caccia al clandestino. La guerra, deve essere chiaro, non è solo in Libia ma è dentro e fuori i confini di uno Stato Infame: l’Italia.
Le logiche violente e omicide dello Stato si esplicano tanto all’ ”estero” quando all’interno dei confini dello Stato stesso. E quest’anno, a 150 anni dall’Unità d’Italia, gli italiani festeggiano inaugurando una nuova guerra, inventando fantomatici nemici da combattere e illusori diritti da difendere. Come se non bastasse ci parlano di intervento umanitario o, più ipocritamente ancora, di guerra umanitaria. Ma nessuna guerra è umanitaria, e nessuno Stato difende le persone. Come anarchici lo sappiamo bene, e vogliamo dire, ancora una volta, che con la guerra non ci stiamo, e che nessuno Stato, MAI, sarà appoggiato da noi.
In una guerra sappiamo da che parte stare: dalla parte dei deboli, dalla parte degli uomini e delle donne la cui vita è messa costantemente in pericolo da conflitti generati per rispartire gli interessi economici di vecchi e nuovi capitalisti.
Tutto questo per dire che non esistono guerre giuste o giustificabili, e che la violenza statale va contrastata a tutti i costi. Noi studenti dobbiamo essere in prima fila contro la guerra, in Libia e ovunque, perché solo così potremo costruire un mondo davvero migliore.
CAST (Collettivo Anarchico Studentesco Torinese)
Il collettivo si riunisce ogni martedì alle ore 17 in Corso Palermo 46 (TO).
Torino: gli studenti non si faranno intimorire dalla repressione
Il copione è quello di sempre, finito un movimento scatta l’ora della repressione e come al solito sono colpiti pochi “eletti". Era il 17 novembre scorso, una grande manifestazione aveva invaso le strade di Torino, quando un gruppo di qualche centinaio di studenti decise di occupare la stazione di Porta Nuova per creare un disagio effettivo e per dimostrare la loro netta contrarietà con il modello di scuola proposto. Dopo quel 17 novembre, per un mese intero, gli studenti torinesi sarebbero scesi in piazza e avrebbero occupato tutto ciò che gli veniva in mente. Dopo soli 3 mesi da quei giorni incredibili, la lotta contro la riforma Gelmini pare un lontano ricordo e la DIGOS passa al contrattacco mandando i primi avvisi di garanzia ad alcuni prescelti, tra cui una ragazza del nostro collettivo, ancora minorenne, accusata di occupazione e interruzione di pubblico servizio. La nostra compagna, già colpita in precedenza da altre denunce per l’occupazione del MIUR del 14 dicembre, è rea di aver partecipato attivamente alle mobilitazioni studentesche di questi ultimi due anni oltre che alle lotte antirazziste e antimilitariste. Ci sembra chiaro l’intento della questura, quello di colpire per intimorire le persone e i gruppi più attivi che sono stati la parte più radicale delle proteste dello scorso autunno. Sappiano i questurini che i loro avvisi di garanzia sono la conferma che siamo sulla strada giusta e stiano pur certi che non saranno alcune denunce a fermare o a modificare la nostra attività. Collettivo Anarchico Studentesco Torinese
TORINO: LA REPRESSIONE COLPISCE ANCHE GLI STUDENTI
Gli studenti, quest’anno, pare abbiano già smesso di lottare: cortei e blocchi sono ormai solo un ricordo. Ad approfittare di tutto ciò è lo Stato, che per mano dei suoi servi non perde occasione per reprimere chi si oppone a questo sistema. Come di consuetudine la repressione si materializza nei momenti in cui il movimento abbassa la guardia. Questo è quanto è successo a tre studenti torinesi (tra i più attivi nella protesta contro la Gelmini e attivi anche in altri ambiti di opposizione sociale), che si sono visti recapitare degli avvisi di garanzia. Le accuse sono di occupazione e violenza privata, poi una nostra compagna è accusata di aver danneggiato una bandiera italiana…Era il 14 dicembre e gli studenti, dopo il consueto corteo mattutino decisero di fare una visita nell’ufficio di Torino del MIUR. Si voleva ribadire ancora una volta la nostra opposizione alla riforma Gelmini, e decidemmo di farlo entrando e sostando un po’ nel suddetto ufficio.
Si sa, la repressione colpisce sempre chi alza la testa, e questa volta è toccata a degli studenti (per giunta minorenni). Con queste intimidazioni pensano di scoraggiare le proteste e le prese di posizione dei più piccoli, di quelli che da poco hanno iniziato ad impegnarsi nelle lotte sociali, e forse riusciranno nel loro intento con chi ha avuto ed ha posizioni legalitarie e stataliste. Noi speriamo, però, che la repressione metta in luce, ancora una volta, quanto schierarsi in difesa del proprio e altrui futuro sia una necessità per tutti quelli che si auspicano un domani migliore e vedono nella libertà l’avvenire.
CAST (Collettivo Anarchico Studentesco Torinese)
18 FEBBRAIO: EDUCARE NELLA LIBERTA’ con FRANCESCO CODELLO
Per mesi siamo stati in piazza contro i tagli della Gelmini: ci siamo mai domandati se
valesse la pena lottare per questo modello educativo?
È piacevole andare a scuola? È utile?
Sì, allo Stato sicuramente.
A scuola ci insegnano a rispettare le leggi, le istituzioni, le religioni… addirittura il buon costume.
Siamo schedati con voti e verifiche, la nostra creatività resta ingabbiata tutto il giorno dentro quattro mura.
Se è vero che l’uomo nasce libero, l’istruzione di Stato lo rende ubbidiente e prontoa diventare sfruttato o sfruttatore.
Una scuola che ponga al centro i desideri e le fantasie di un bambino è possibile?
Sparse qua e là esistono scuole che provano a educare nella libertà, piccoli germi di una societàfutura di liberi e uguali
Incontro con
Francesco
dellA Rete di Educazione
Libertaria autore di numerosi
libri sulla pedagogia libertaria,
come “Vaso, creta o fiore”
18 feb.ore 21
Corso Palermo 46
Inizia ANARRES: uno sguardo libertario sull’attualità
Tutte le domeniche puoi ascoltare ” Anarres”, nuovo programma d’informazione libertaria sulle libere frequenze di Radio Blackout 105.250 FM o in streaming http://radioblackout.org/streaming/