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AZIONE DIRETTA UNICA VIA
Il capitalismo sta mostrando la sua vera faccia, quel poco di welfare, che era stato concesso per raffreddare gli animi di chi reclamava un po’ di uguaglianza, a poco a poco sarà eroso dalle fauci della finanza. Miseria distruzione e morte ecco ciò che resta. I partiti di sinistra e i sindacati cercano in ogni modo di salvare il salvabile. Gridano alla pace e alla coesione sociale, si riempiono la bocca di parole come giustizia ed equità. Vaselina, questo sono. Il sistema non è riformabile tanto meno migliorabile una semplice azione è utile fare: sovvertirlo. Come? Certamente non ripetendo le pratiche di questi ultimi anni di protesta. Lotte finalizzate alla conquista di qualche riga di giornale, convinti che gli stessi giornali, mezzo di controllo e di costruzione dell’opinione pubblica, possano diventare mezzo per rivendicare qualche diritto. Ancora più miope è pensare di poter assediare i palazzi del “potere”. Il parlamento o il palazzo della regione sono solo l’apice della piramide repressiva, se si attaccassero, la struttura rimarrebbe in piedi. E’ molto più efficace smontare, o distruggere, la base. Telecamere, polizia, militari, carceri, manicomi, CIE, frontiere, chiese, fabbriche, mass media, scuole sono solo alcune delle appendici che sorreggono lo stato e il capitale. Occupare una scuola può essere l’inizio. Creare una piccola TAZ (Temporary Autonomous Zones) caratterizzata da rapporti orizzontali non gerarchici; un luogo in cui il sapere non è trasmesso verticalmente per creare nuovi cittadini, lavoratori ubbidienti o anonimi burocrati, ma scambiato e prodotto liberamente per soddisfare la curiosità di ogni individuo. In una scuola occupata si può sperimentare una società altra, autonoma da rapporti statuali, ma libera anche da presidi, rappresentanti, regolamenti d’istituto e programmi scolastici. Siamo consapevoli che una tale esperienze non può durare a lungo: in poco tempo sarà repressa o peggio istituzionalizzata e regolamentata. Ma se improvvisamente questi focolai di autogestione iniziassero ad accendersi in più luoghi in modo incontrollato, per lo Stato sarebbe molto difficile controllarli. Occupare case, creare Libere Repubbliche come in Val Susa, bloccare le vie di comunicazione, gli scioperi selvaggi o i sabotaggi sono altre forme di azioni diretta che di questi tempi possono far male davvero a chi pretende di governarci. La scelta è ampia. Spetta solo a noi decidere se chinare la testa o riprenderci la libertà di cui siamo molto a credito.
CONTRO TUTTE LE GUERRE E I MILITARI
Città rase al suolo, case saccheggiate e poi bruciate, sangue ovunque, morti e cadaveri putrefatti tra le rovine di un villaggio distrutto.
Così deve apparire la guerra agli occhi di un bambino afghano. Non servono altre parole per comprendere l’essenza della guerra: la distruzione.
Ma la guerra non è “solo” questo…
Dai due grandi conflitti mondiali ad oggi molti aspetti relativi alla guerra sono mutati.
La guerra ha forse mostrato il suo vero volto soltanto adesso in maniera esplicita .
I militari non stanno più accovacciati nelle trincee e lontani dalle case delle persone comuni.
La guerra è entrata nelle nostre strade e città.
Il 4 agosto 2008 è entrata in azione l’operazione“Strade Sicure” voluta dal Ministro della Difesa. Questa operazione militare è tuttora attiva e si prefigge l’obiettivo di aiutare le forze di polizia locali nel controllare e vigilare situazioni complesse in “obiettivi sensibili”.
E quindi?
Da allora le nostre città sono militarizzate. Basta guardare Torino per capire a cosa servono i militari(?) :
stanno di stanza al C.I.E.(Centro di Identificazione ed Espulsione), dove aiutano gli sbirri a malmenare e reprimere chi si ribella e cerca di fuggire da lì, altri stanno a Porta Palazzo, dove fanno la caccia al clandestino, e altri ancora difendono il Duomo…
Le nostre vite sono perennemente controllate da uomini in divisa e telecamere. Infatti l’ utilizzo dei militari per le strade rientra in una logica di controllo più ampia e complessa.
Tutta la nostra vita è spiata: dalle chiamate telefoniche, alle chat di internet.
Ma l’obiettivo dello Stato non è semplicemente quello di reprimere preventivamente ogni nostro possibile moto di ribellione individuale o collettivo per mezzo del controllo; l’obiettivo più alto che lo Stato si è posto è quello di rendere normale la guerra agli occhi di tutti. Quello che invece dobbiamo sempre tenere a mente è che il militare che passeggia per le strade di Torino non è diverso da quello che uccide e bombarda in Afghanistan.
Le mani dei militari sono tutte ugualmente sporche del sangue di innocenti e tutti i militari sono degli assassini a pagamento.
E’ bastata questa estate per comprendere tutto ciò: in Val Susa sono intervenuti anche i militari per reprimere chi lotta contro il TAV. E proprio a Chiomonte stazionano ancora adesso i Lince (mezzi corazzati usati dall’esercito italiano in Afghanistan).
Come anarchici, ma innanzitutto come esseri umani, abbiamo scelto di non stare a guardare le strade militarizzate, gli immigrati rinchiusi e poi deportati, la Val Susa assaltata e il sangue degli innocenti uccisi “per sbaglio dalle missioni di pace”.
PER FERMARE LA GUERRA OCCORRE METTERSI IN MEZZO
NON BASTANO LE PAROLE, E’ NECESSARIA L’AZIONE
TROVARE I PUNTI DEBOLI DELLA MACCHINA GUERRAFONDAIA, E SABOTARLI E’ NOSTRO COMPITO
Per iniziare insieme a lottare contro la guerra e la militarizzazione ti invitiamo a partecipare sabato 12 novembre alle ore 14.00 a Novara al corteo NO F-35 (cacciabombardieri di nuova generazione).
Sabato 12 novembre Corteo NO F35 a Novara
Da Torino ritrovo alle ore 12.30 alla stazione di Porta Susa