Repressione

CHE COS’È davvero IL TAV ?

  • Febbraio 19, 2012 18:40

Il TAV – Treno ad alta velocità – è un’opera inutile, dannosa e distruttiva. Un’opera sostenuta da tutti i partiti maggioritari e sulla quale hanno puntato tutti i governi degli ultimi 20 anni. I politici di ogni schieramento sostengono che l’opera comporterà la creazione di nuovi posti di lavoro e servirà a mantenere l’Italia all’interno dei circuiti commerciali europei. In realtà i  lavoratori coinvolti sarebbero per lo più specializzati e il loro numero sarebbe comunque irrisorio, rispetto alla spesa di denaro pubblico, che si aggira intorno ai 20 miliardi di euro ( 1 cm di tav costa 1300 euro), quando con minor spesa e maggior occupazione si potrebbero ristrutturare infrastrutture come scuole e ospedali o mettere in sicurezza i territori soggetti a rischio frane e alluvioni. Per quanto riguarda il commercio la realizzazione dell’opera non è per nulla essenziale: i progetti risalgono infatti a vent’anni fa, quando ancora non si poteva immaginare l’attuale crisi economica e soprattutto il crollo del traffico merci su quella tratta, che negli ultimi anni è calato del 35%. In più esistono già in val di Susa autostrade e ferrovie che collegano l’Italia alla Francia. L’unico risultato certo sarebbe quindi la devastazione dell’ambiente della valle. Devastazione iniziata con l’occupazione militare del cantiere-fortino.

Questa infatti è stata la risposta dello Stato a coloro che protestavano e che tuttora cercano di far sentire la propria voce per impedire la costruzione della linea ad alta velocità. Arresti, detenzioni in carcere e ai domiciliari, fogli di via e denunce di ogni tipo non si sono fatti attendere per diversi attivisti. Queste operazioni, iniziate dopo lo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena (27/06/2011), si sono riproposte pesantemente il 26  gennaio scorso, quando sono stati effettuati arresti in tutta Italia con accuse legate agli eventi dell’estate passata. Ma la repressione di questi ultimi tempi non è mai riuscita a fermare la lotta del movimento NO TAV, che non ha mai smesso di dimostrare la propria piena solidarietà a TUTTI i colpiti dalla violenza dello Stato. E neppure la militarizzazione vera e propria della valle è stata capace di intimorire i NO TAV nel proseguire la loro lotta.

IL PROSSIMO APPUNTAMENTO È SABATO 25 FEBBRAIO, alla manifestazione nazionale che partirà da Bussoleno per arrivare a Susa, quando ancora una volta il popolo NO TAV dimostrerà che la lotta portata avanti da più di vent’anni, contro lo scempio della val di Susa, non è condotta da una minoranza di montanari contro il “progresso”, e che non è divisa tra buoni e cattivi, ma è un importante movimento composto da uomini e donne, giovani e meno giovani, al di fuori di logiche di partito o di Potere, accomunati dal desiderio di vivere liberi sulla propria terra.

Essere NO TAV non significa quindi “solo” opporsi ad un’opera inutile, dannosa e costosa, ma significa anche evidenziare giorno dopo giorno l’essenza del sistema capitalistico vigente, che in nome del profitto sfrutta e distrugge l’ambiente, mercificando senza sosta il territorio. Essere NO TAV significa schierarsi a difesa della natura e dell’uomo, che è quotidianamente schiavo di questo sistema produttivo ed economico.

Lottare contro il TAV vuol dire battersi affinché la terra non sia solo fonte di guadagno per pochi potenti, ma perché sia una casa per noi e per coloro che verranno.

 

COMUNICATO DI SOLIDARIETA’ CON I NO TAV ARRESTATI IL 26 GENNAIO

  • Gennaio 29, 2012 14:19

All’alba di giovedì 26 gennaio si è consumato l’ennesimo tentativo di criminalizzazione del movimento NO TAV, con a seguire la consueta gara massmediatica di menzogne. Compagne e compagni che sono oggi rinchiusi in una prigione, agli arresti domiciliari o stanno subendo altre misure che limitano la loro libertà unicamente per aver resistito all’arroganza statale. Queste misure repressive non sono le prime che colpiscono il movimento, quest’estate ci sono stati arresti, innumerevoli denunce e fogli di via, perquisizioni, oltre alla violenza fisica delle forze dell’ordine.

Gli arresti di questi giorni non sono che la giustificazione di tutte le violenze poliziesche di questa estate, dell’assalto militare alla Libera Repubblica, e dell’istituzione dell’area del cantiere come area di Interesse Strategico Militare. La criminalizzazione dei NO TAV è il contrappasso necessario per giustificare la presenza dei militari nel cantiere fortino.

A condurre questa infame operazione è Giancarlo Caselli, il paladino dell’antimafia, che perseguita i NO TAV in nome della legge, schierandosi a difesa dei padroni e dei mafiosi che sulla TAV non fanno che lucrare. Solo in apparenza un paradosso, di una magistratura che, in quanto organo statale, non può che difendere gli interessi di potenti e mafiosi.

In quest’ultimo anno la determinazione del movimento è notevolmente aumentata. E l’esperienza della Libera Repubblica della Maddalena ha mostrato come i NO TAV non si battano “solo” contro un’opera devastante, ma anche per un ripensamento complessivo dello sviluppo tecnologico, e dell’organizzazione della società intera.

La Libera Repubblica ha rappresentato la possibilità concreta di vivere senza lo Stato, in armonia e lontano dalle logiche gerarchiche che invadono il mondo. In quel posto molti hanno imparato a costruire una barricata, difendendo la natura dallo scempio irrazionale del capitalismo. Vite diverse si sono potute incontrare, le relazioni umane che sono cresciute in quell’esperienza hanno intrecciato diversi modi di pensare, dando vita ad un’esperienza unica di lotta e autogestione insieme.

Oggi, dinnanzi a questa vile operazione repressiva, non possiamo che ribadire la nostra ferma intenzione a continuare a lottare, consapevoli del fatto che operazioni di questo tipo dimostrino più la loro che non la nostra di paura. Ribadire la nostra solidale vicinanza a tutti gli arrestati, speranzosi di rivederli al più presto al nostro fianco sulle barricate.

Liber* tutt* Liber* subito

 

CAST (Collettivo Anarchico Studentesco Torinese)

Torino 1 maggio. Il PD aggredisce lo spezzone contro la guerra.

  • Maggio 2, 2011 22:55

Il servizio d’ordine del PD ha tentato di fermare lo spezzone contro la guerra e il militarismo, promosso da Federazione Anarchica Torinese, Federazione Anarchica del Monferrato, Perla Nera, Zabriskie Point  Novara, Collettivo Anarchico Studentesco Torinese. In piazza Vittorio, alla partenza del corteo, il servizio d’ordine degli squadristi democratici del PD ha assaltato il furgone d’apertura degli anarchici. Hanno frantumato il parabrezza e rubato le chiavi del mezzo. Quando gli antimilitaristi, dopo un lungo scontro con i democratici, sono riusciti a riprendersi le chiavi, le hanno trovate spezzate. Gli stalinisti poi, temendo di essere riconosciuti, hanno aggredito un manifestante che stava fotografando il corteo, spaccandogli a pugni la macchina fotografica. Nonostante la violenza incontrata, nonostante il furgone fuori uso, lo spezzone è partito lo stesso per terminare numeroso in piazza San Carlo. Diffusa la notizia dell’aggressione, lo spezzone del PD è stato duramente contestato, insultato e anche schiaffeggiato dai manifestanti. Poi l’azione intimidatoria e repressiva del PD è continuata fuori dal corteo. Un compagno di Alessandria infatti, tornando alla propria auto,  si è ritrovato chiodi e viti intorno alle ruote. Questi sono i mezzi adoperati da un  partito ora all’opposizione, ma poco tempo fa al potere, che ha sostenuto e finanziato guerre in Afganistan, Iraq e nella ex Jugoslavia. Metodi già utilizzati a Torino nel 1999, quando era presidente del consiglio Massimo D’Alema, per reprimere il dissenso di chi si opponeva ai bombardamenti. Oggi, 1 maggio 2011, non potendo disporre delle truppe dello Stato, hanno assoldato picchiatori prezzolati in divisa rossa e bianca.  Dopo questa giornata, resta solo la miseria politica e morale di chi ha il coraggio di scendere in strada il 1 maggio,  quando tutto l’anno difende i profitti dei padroni e le guerre degli stati.

Federazione Anarchica Torinese – FAI, Federazione Anarchica del Monferrato – FAI, laboratorio anarchico Perla Nera di Alessandria, circolo Zabriskie Point  Novara, Collettivo Anarchico Studentesco Torinese

Concerto benefit studenti inguaiati con la legge

  • Maggio 2, 2011 19:07

Sabato 7 maggio, dalle ore 23

Suoneranno:

Divisione Ostile HC Asti

Supperated HC Milano

Funeral Rape HC Monza

a seguire Dj set “HVR crew”

Torino: gli studenti non si faranno intimorire dalla repressione

  • Aprile 18, 2011 20:23
Il copione è quello di sempre, finito un movimento scatta l’ora della 
repressione e come al solito sono colpiti pochi “eletti".
Era il 17 novembre scorso, una grande manifestazione aveva invaso le 
strade di Torino, quando un gruppo di qualche centinaio di studenti 
decise di occupare la stazione di Porta Nuova per creare un disagio 
effettivo e per dimostrare la loro netta contrarietà con il modello di 
scuola proposto.
Dopo quel 17 novembre, per un mese intero, gli studenti torinesi 
sarebbero scesi in piazza e avrebbero occupato tutto ciò che gli veniva 
in mente. Dopo soli 3 mesi da quei giorni incredibili, la lotta contro 
la riforma Gelmini pare un lontano ricordo e la DIGOS passa al 
contrattacco mandando i primi avvisi di garanzia ad alcuni prescelti, 
tra cui una ragazza del nostro collettivo, ancora minorenne, accusata di 
occupazione e interruzione di pubblico servizio. La nostra compagna, già 
colpita in precedenza da altre denunce per l’occupazione del MIUR del 14 
dicembre, è rea di aver partecipato attivamente alle mobilitazioni 
studentesche di questi ultimi due anni oltre che alle lotte antirazziste 
e antimilitariste.
Ci sembra chiaro l’intento della questura, quello di colpire per 
intimorire le persone e i gruppi più attivi che sono stati la parte più 
radicale delle proteste dello scorso autunno. Sappiano i questurini che 
i loro avvisi di garanzia sono la conferma che siamo sulla strada giusta 
e stiano pur certi che non saranno alcune denunce a fermare o a 
modificare la nostra attività.

Collettivo Anarchico Studentesco Torinese