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COMUNICATO DI SOLIDARIETA’ CON I NO TAV ARRESTATI IL 26 GENNAIO

  • Gennaio 29, 2012 14:19

All’alba di giovedì 26 gennaio si è consumato l’ennesimo tentativo di criminalizzazione del movimento NO TAV, con a seguire la consueta gara massmediatica di menzogne. Compagne e compagni che sono oggi rinchiusi in una prigione, agli arresti domiciliari o stanno subendo altre misure che limitano la loro libertà unicamente per aver resistito all’arroganza statale. Queste misure repressive non sono le prime che colpiscono il movimento, quest’estate ci sono stati arresti, innumerevoli denunce e fogli di via, perquisizioni, oltre alla violenza fisica delle forze dell’ordine.

Gli arresti di questi giorni non sono che la giustificazione di tutte le violenze poliziesche di questa estate, dell’assalto militare alla Libera Repubblica, e dell’istituzione dell’area del cantiere come area di Interesse Strategico Militare. La criminalizzazione dei NO TAV è il contrappasso necessario per giustificare la presenza dei militari nel cantiere fortino.

A condurre questa infame operazione è Giancarlo Caselli, il paladino dell’antimafia, che perseguita i NO TAV in nome della legge, schierandosi a difesa dei padroni e dei mafiosi che sulla TAV non fanno che lucrare. Solo in apparenza un paradosso, di una magistratura che, in quanto organo statale, non può che difendere gli interessi di potenti e mafiosi.

In quest’ultimo anno la determinazione del movimento è notevolmente aumentata. E l’esperienza della Libera Repubblica della Maddalena ha mostrato come i NO TAV non si battano “solo” contro un’opera devastante, ma anche per un ripensamento complessivo dello sviluppo tecnologico, e dell’organizzazione della società intera.

La Libera Repubblica ha rappresentato la possibilità concreta di vivere senza lo Stato, in armonia e lontano dalle logiche gerarchiche che invadono il mondo. In quel posto molti hanno imparato a costruire una barricata, difendendo la natura dallo scempio irrazionale del capitalismo. Vite diverse si sono potute incontrare, le relazioni umane che sono cresciute in quell’esperienza hanno intrecciato diversi modi di pensare, dando vita ad un’esperienza unica di lotta e autogestione insieme.

Oggi, dinnanzi a questa vile operazione repressiva, non possiamo che ribadire la nostra ferma intenzione a continuare a lottare, consapevoli del fatto che operazioni di questo tipo dimostrino più la loro che non la nostra di paura. Ribadire la nostra solidale vicinanza a tutti gli arrestati, speranzosi di rivederli al più presto al nostro fianco sulle barricate.

Liber* tutt* Liber* subito

 

CAST (Collettivo Anarchico Studentesco Torinese)

VIA I FASCISTI DALLE CITTÀ

  • Gennaio 15, 2012 11:00

Da anni i giornali sono quotidianamente infestati da smanie securitarie. Ogni occasione è buona per questi sciacalli, e al minimo caso di cronaca scoppia l’indignazione generale: “Più polizia! Più controlli! Bisogna usare la mano pesante con chi sgarra!” grida la gente inferocita. Per non parlare dei casi in cui, a tutto questo si aggiungono le ossessioni identitarie e razziste, e sia l’immigrato a diventare il delinquente. In questo caso all’indignazione si aggiunge l’odio, e la gente si riversa per le strade, chiedendo “giustizia” e Sicurezza, e spesso procedendo da sé… Questo è quello che è successo solo un mese fa nella periferia di Torino: un campo rom dato alle fiamme in nome della “sicurezza” del quartiere.

Ma camminando per le strade ci sentiamo ora più sicuri? Le Forze dell’Ordine e i Militari occupano le città, e mentre ventiquattro ore al giorno ci spiano, schedano, perquisiscono, fascisti e razzisti di ogni genere, si muovono liberamente, aggredendo i cosiddetti “diversi”: immigrati, omosessuali, antifascisti.
A questo proposito non si può non menzionare quanto avvenuto a Firenze pochi giorni dopo l’accaduto alla Continassa .Un fascista tenta la strage e ci riesce: uccide Mor Diop e Samb Modou, e ferisce gravemente altri tre ragazzi, anche loro di origine senegalese. Non un caso isolato o un atto di pazzia, ma un vero e proprio tentativo di pulizia etnica. Un’aggressione tra le tante che ogni giorno subiscono gli immigrati ma non solo. Proprio a Torino diversi antifascisti sono stati recentemente aggrediti da gruppi di neofascisti.
Neofascisti che dopo anni di pacchetti sicurezza, continui allarmismi contro i clandestini, giornali che spesso spingono verso l’odio etnico, hanno rialzato la testa e trovato nuova legittimazione, spesso riuscendo a canalizzare il malessere diffuso – generato dalle pessime condizioni di vita in cui si è costretti – contro il “diverso”.

In più la repressione nei confronti degli antifascisti è a livelli altissimi,e nel solo periodo di gennaio-giugno si sono contati ben 325 provvedimenti in tutta Italia tra denunce, arresti, perquisizioni e obblighi di dimora [1]. Ma questo non ci stupisce.

Solo nella nostra città ci sono alcuni loschi figuri che sono passati da essere noti picchiatori fascisti a onorevoli deputati, come Agostino Ghiglia, o personaggi che da giovani militavano in gruppi neonazisti e che oggi ricoprono la carica di europarlamentare e continuano ad incitare assurde pulizie etniche, Mario Borghezio della Lega Nord.

Ben coperti dalle istituzioni amiche e dalla polizia compiacente, risorgono gruppi che fanno riferimento esplicito al ventennio: CASAPOUND , FORZA NUOVA. Queste organizzazioni mirano a legittimarsi nei quartieri popolari delle città, attraverso politiche sul diritto alla casa o contro il precariato. Leggendo però attentamente si scopre che i programmi pseudo-socialisti sono utili solo a giustificare le politiche contro gli immigrati, colpevoli di ogni fenomeno di delinquenza, e contro i nomadi, rapitori di bambini italiani e stupratori di donne italiane. Dietro questi luoghi comuni, diffusi prontamente dai media( La Stampa, Torino Cronaca, solo per citarne alcuni), si giustificano aggressioni a chi sta peggio, agli antiautoritari e agli antifascisti in genere.

Insomma, il fascismo di ieri è tornato nelle strade e forse non se n’è mai andato. Oggi più che mai occorre difendersi dalle aggressioni fasciste e dalla repressione poliziesca. Non si può più aspettare. L’azione antifascista deve essere praticata adesso, scacciando i razzisti e i fascisti di sempre dai quartieri e dalle città.
Solo un anno fa a Cuneo un centinaio di antifascisti tentava di impedire l’apertura di una sede di CASAPOUND. Il tutto terminò con inevitabili scontri con i fasci e con la polizia (schierata in difesa della sede).

A maggio vennero eseguite 20 perquisizioni e denunce, due arresti e domiciliari e firme per altri imputati libertari. Tuttora il processo ai loro danni continua, e Casapound può vantarsi di aver aperto la sede cuneese.
Occorre più che mai che l’antifascismo divenga pratica di lotta quotidiana, per riaffermare valori che sono stati inquinati e distorti dalle abili mani delle Istituzioni. Pensare di relegare la lotta a qualcun’ altro significa arrendersi di fronte alla realtà, fatta di violenza ed ingiustizia, e rendersene complici.

Scegliere di lottare in prima persona è il primo passo per sconfiggere l’indifferenza e i fascismi di ogni tempo.

SABATO 21 GENNAIO 2012 A CUNEO
davanti alla stazione alle ore 16
CORTEO ANTIFASCISTA

[1] Si veda a tal proposito il “Report Antifascista sui legami tra Istituzioni e Casapound”.