VIA I FASCISTI DALLE CITTÀ

  • Gennaio 15, 2012 11:00

Da anni i giornali sono quotidianamente infestati da smanie securitarie. Ogni occasione è buona per questi sciacalli, e al minimo caso di cronaca scoppia l’indignazione generale: “Più polizia! Più controlli! Bisogna usare la mano pesante con chi sgarra!” grida la gente inferocita. Per non parlare dei casi in cui, a tutto questo si aggiungono le ossessioni identitarie e razziste, e sia l’immigrato a diventare il delinquente. In questo caso all’indignazione si aggiunge l’odio, e la gente si riversa per le strade, chiedendo “giustizia” e Sicurezza, e spesso procedendo da sé… Questo è quello che è successo solo un mese fa nella periferia di Torino: un campo rom dato alle fiamme in nome della “sicurezza” del quartiere.

Ma camminando per le strade ci sentiamo ora più sicuri? Le Forze dell’Ordine e i Militari occupano le città, e mentre ventiquattro ore al giorno ci spiano, schedano, perquisiscono, fascisti e razzisti di ogni genere, si muovono liberamente, aggredendo i cosiddetti “diversi”: immigrati, omosessuali, antifascisti.
A questo proposito non si può non menzionare quanto avvenuto a Firenze pochi giorni dopo l’accaduto alla Continassa .Un fascista tenta la strage e ci riesce: uccide Mor Diop e Samb Modou, e ferisce gravemente altri tre ragazzi, anche loro di origine senegalese. Non un caso isolato o un atto di pazzia, ma un vero e proprio tentativo di pulizia etnica. Un’aggressione tra le tante che ogni giorno subiscono gli immigrati ma non solo. Proprio a Torino diversi antifascisti sono stati recentemente aggrediti da gruppi di neofascisti.
Neofascisti che dopo anni di pacchetti sicurezza, continui allarmismi contro i clandestini, giornali che spesso spingono verso l’odio etnico, hanno rialzato la testa e trovato nuova legittimazione, spesso riuscendo a canalizzare il malessere diffuso – generato dalle pessime condizioni di vita in cui si è costretti – contro il “diverso”.

In più la repressione nei confronti degli antifascisti è a livelli altissimi,e nel solo periodo di gennaio-giugno si sono contati ben 325 provvedimenti in tutta Italia tra denunce, arresti, perquisizioni e obblighi di dimora [1]. Ma questo non ci stupisce.

Solo nella nostra città ci sono alcuni loschi figuri che sono passati da essere noti picchiatori fascisti a onorevoli deputati, come Agostino Ghiglia, o personaggi che da giovani militavano in gruppi neonazisti e che oggi ricoprono la carica di europarlamentare e continuano ad incitare assurde pulizie etniche, Mario Borghezio della Lega Nord.

Ben coperti dalle istituzioni amiche e dalla polizia compiacente, risorgono gruppi che fanno riferimento esplicito al ventennio: CASAPOUND , FORZA NUOVA. Queste organizzazioni mirano a legittimarsi nei quartieri popolari delle città, attraverso politiche sul diritto alla casa o contro il precariato. Leggendo però attentamente si scopre che i programmi pseudo-socialisti sono utili solo a giustificare le politiche contro gli immigrati, colpevoli di ogni fenomeno di delinquenza, e contro i nomadi, rapitori di bambini italiani e stupratori di donne italiane. Dietro questi luoghi comuni, diffusi prontamente dai media( La Stampa, Torino Cronaca, solo per citarne alcuni), si giustificano aggressioni a chi sta peggio, agli antiautoritari e agli antifascisti in genere.

Insomma, il fascismo di ieri è tornato nelle strade e forse non se n’è mai andato. Oggi più che mai occorre difendersi dalle aggressioni fasciste e dalla repressione poliziesca. Non si può più aspettare. L’azione antifascista deve essere praticata adesso, scacciando i razzisti e i fascisti di sempre dai quartieri e dalle città.
Solo un anno fa a Cuneo un centinaio di antifascisti tentava di impedire l’apertura di una sede di CASAPOUND. Il tutto terminò con inevitabili scontri con i fasci e con la polizia (schierata in difesa della sede).

A maggio vennero eseguite 20 perquisizioni e denunce, due arresti e domiciliari e firme per altri imputati libertari. Tuttora il processo ai loro danni continua, e Casapound può vantarsi di aver aperto la sede cuneese.
Occorre più che mai che l’antifascismo divenga pratica di lotta quotidiana, per riaffermare valori che sono stati inquinati e distorti dalle abili mani delle Istituzioni. Pensare di relegare la lotta a qualcun’ altro significa arrendersi di fronte alla realtà, fatta di violenza ed ingiustizia, e rendersene complici.

Scegliere di lottare in prima persona è il primo passo per sconfiggere l’indifferenza e i fascismi di ogni tempo.

SABATO 21 GENNAIO 2012 A CUNEO
davanti alla stazione alle ore 16
CORTEO ANTIFASCISTA

[1] Si veda a tal proposito il “Report Antifascista sui legami tra Istituzioni e Casapound”.