autogestione
Incontro nazionale delle studentesse e degli studenti anarchici e libertari
Incontro nazionale delle studentesse e degli studenti anarchici e libertari
17 -18 dicembre 2011 – Bologna, Circolo Anarchico Berneri, piazza di Porta Santo Stefano, 1
E’ da alcuni di questi che nasce l’esigenza di stabilire contatti, creare solidarietà, aprire un dibattito comune, cercare momenti di coordinazione, ma innanzitutto conoscersi.Da qui nasce l’incontro nazionale delle studentesse e degli studenti anarchici a Bologna.
L’incontro sarà un’occasione per i collettivi ed i gruppi, come per i singoli compagni, di presentare la propria realtà ed iniziare a costruire dei contatti più solidi a livello nazionale. In particolare l’intenzione è quella di creare un momento di dibattito specifico sulle prospettive di un intervento anarchico e libertario nella scuola e nell’università. Per questo riteniamo importante anche confrontare letture e riflessioni sulle mobilitazioni studentesche degli ultimi anni. Mobilitazioni intense e di grande partecipazione, che però si sono sempre mantenute sul piano della semplice opposizione studentesca a singoli decreti o riforme, senza peraltro riuscire ad ottenere alcun risultato.Questo appuntamento vuole essere un momento di confronto reale sulle rispettive esperienze locali, sul movimento studentesco, su possibili prospettive comuni.
Dopo le mobilitazioni studentesche degli ultimi anni, di fronte agli attacchi sempre più duri da parte dei governi e dei padroni agli studenti, ai lavoratori, ai precari, ai migranti, ai disoccupati, pensiamo che ora più che mai sia necessario costruire questi spazi di dibattito.
Invitiamo a partecipare tutte le compagne ed i compagni, tutti i collettivi ed i gruppi interessati.
potete contattarci scrivendoci a studentianarchici @ autistici.org
Student* anarchic*
AZIONE DIRETTA UNICA VIA
Il capitalismo sta mostrando la sua vera faccia, quel poco di welfare, che era stato concesso per raffreddare gli animi di chi reclamava un po’ di uguaglianza, a poco a poco sarà eroso dalle fauci della finanza. Miseria distruzione e morte ecco ciò che resta. I partiti di sinistra e i sindacati cercano in ogni modo di salvare il salvabile. Gridano alla pace e alla coesione sociale, si riempiono la bocca di parole come giustizia ed equità. Vaselina, questo sono. Il sistema non è riformabile tanto meno migliorabile una semplice azione è utile fare: sovvertirlo. Come? Certamente non ripetendo le pratiche di questi ultimi anni di protesta. Lotte finalizzate alla conquista di qualche riga di giornale, convinti che gli stessi giornali, mezzo di controllo e di costruzione dell’opinione pubblica, possano diventare mezzo per rivendicare qualche diritto. Ancora più miope è pensare di poter assediare i palazzi del “potere”. Il parlamento o il palazzo della regione sono solo l’apice della piramide repressiva, se si attaccassero, la struttura rimarrebbe in piedi. E’ molto più efficace smontare, o distruggere, la base. Telecamere, polizia, militari, carceri, manicomi, CIE, frontiere, chiese, fabbriche, mass media, scuole sono solo alcune delle appendici che sorreggono lo stato e il capitale. Occupare una scuola può essere l’inizio. Creare una piccola TAZ (Temporary Autonomous Zones) caratterizzata da rapporti orizzontali non gerarchici; un luogo in cui il sapere non è trasmesso verticalmente per creare nuovi cittadini, lavoratori ubbidienti o anonimi burocrati, ma scambiato e prodotto liberamente per soddisfare la curiosità di ogni individuo. In una scuola occupata si può sperimentare una società altra, autonoma da rapporti statuali, ma libera anche da presidi, rappresentanti, regolamenti d’istituto e programmi scolastici. Siamo consapevoli che una tale esperienze non può durare a lungo: in poco tempo sarà repressa o peggio istituzionalizzata e regolamentata. Ma se improvvisamente questi focolai di autogestione iniziassero ad accendersi in più luoghi in modo incontrollato, per lo Stato sarebbe molto difficile controllarli. Occupare case, creare Libere Repubbliche come in Val Susa, bloccare le vie di comunicazione, gli scioperi selvaggi o i sabotaggi sono altre forme di azioni diretta che di questi tempi possono far male davvero a chi pretende di governarci. La scelta è ampia. Spetta solo a noi decidere se chinare la testa o riprenderci la libertà di cui siamo molto a credito.
E’ FINITO IL TEMPO DELLE VOTAZIONI… E’ L’ORA DELL’AUTOGESTIONE!
Chi votare alle prossime elezioni studentesche?
Se il dubbio ti assale scegli di non pensarci più!
Se la vita scolastica ti opprime, ti ingabbia, ti stritola…è normale.
Viviamo ogni giorno soffocando quella libertà che tra i banchi di scuola non ci è concessa.
La scuola uccide ogni nostro sogno e fantasia per l’avvenire ed il presente.
Nessun voto potrà mai cambiare tutto questo!
Votare a scuola significa imparare a farlo per tutta la vita, significa divenire poco a poco “bravi cittadini”, piccoli ingranaggi che accettano passivamente ogni forma di sfruttamento e abbassano la testa di fronte ad ogni potere ed autorità. Questa è la loro democrazia. Accettare l’ordine vigente delle cose, e cioè le guerre mascherate da “missioni umanitarie”, i CIE (nuovi lager), le galere ed ogni forma di repressione atta ad uccidere i tentativi reali di mutamento e rivolta.
Andare a votare a scuola insegna a farlo per sempre, insegna la sottomissione, l’obbedienza.
Non hai bisogno di nessuna delega, non hai bisogno di nessun rappresentante per gestire la tua vita.
Nessuno deve poter decidere al posto tuo.
Non cedere a nessuno la tua libertà. Pratica l’autogestione, decidi insieme agli altri e senza intermediari, come migliorare la tua scuola.
Senza votare puoi fare molto di più!
Boicotta anche tu le elezioni studentesche!
Cambiare la scuola dipende da ognuno di noi, e non dai rappresentanti d’istituto, dalla Dirigenza o dal Ministro dell’Istruzione di turno!
ORA TOCCA A TE!
ese)
CRONACA DELLA GIORNATA DEL 27/06/’11 ALLA LIBERA REPUBBLICA DELLA MADDALENA
Ribelle senza sosta del CAST
IL VICOLO CIECO
Dopo mesi, troppi mesi, di nuovo tutti in piazza. Tutti uniti perché oggi c’è lo sciopero generale, un’occasione imperdibile, oggi si fa sul serio, poiché uniti possiamo sconfiggere la destra e Berlusconi, così, magari, vince Fassino. George Orwell in un suo grande romanzo, 1984, descriveva quale sarebbe stata la società futura; gli uomini avrebbero parlato una lingua particolare denominata neo-lingua, nella quale libertà significava schiavitù, pace voleva dire guerra, ecc. Dopo più di 60 anni dall’uscita di questo romanzo distopico pare che purtroppo Orwell abbia previsto tutto. Oggi: per mantenere la pace scarichiamo bombe sulla Libia; per la nostra libertà lo Stato riempie le strade delle nostre città di polizia, soldati, addirittura carri armati. Anche la parola sciopero generale è entrata a far parte della neo-lingua, un tempo aveva un significato importante di lotta contro il sistema capitalistico al fine della sovversione dell’esistente, pronunciata dalla CGIL muta significato in sottomissione al potere dell’unico grande sindacato. La CGIL, mostrata dalle televisioni come il sindacato più combattivo, scegliendo la strada della concertazione cerca di impedire che le lotte si trasformino in conflitto sociale. Per il sindacato di Stato la cosa più importante, prima della difesa dei diritti o di altre amenità tanto sbandierate, è che i lavoratori non si autorganizzino, la protesta deve restare negli stretti confini della Costituzione, mai andare oltre, altrimenti il sindacato condannerà i violenti. Violenza per noi è andare a lavorare tutti i giorni sotto un padrone, è vedere militari e polizia per le strade, è scoprire che la propria vita dipende da un pezzo di carta in cui c’è scritto in quale stato dobbiamo stare, invece, per la CGIL è ribellarsi a questo sistema. Lo sciopero generale era necessario in autunno per la vertenza di Pomigliano o a gennaio per quella di Mirafiori, adesso questo sciopero, sarebbe più corretto chiamarlo pagliacciata, generale ha il solo scopo di fare un favore al PD e ai suoi scagnozzi per le elezioni. Credere che da un’iniziativa di un sindacato confederale possa ripartire un movimento studentesco che faccia davvero paura o almeno dia parecchio fastidio a chi ci governa è molto ingenuo, questa strada non ha via d’uscita è appunto un vicolo cieco. LA SCELTA DELL’AUTOGESTIONE E’ ora di ribellarsi anche contro quei partiti o quei sindacati che vorrebbero comprendere le nostre problematiche ed erigersi a nostri rappresentanti, non ne abbiamo bisogno. Questo autunno abbiamo dimostrato occupando e autogestendo le scuole e le università di essere in grado di fare da soli, perché ora seguire un sindacato? Per resistere alla crisi, allo sfruttamento del lavoro salariato o alle follie nucleari, l’unica strada è quella dell’autogestione e dell’azione diretta senza delega.
Concerto benefit studenti inguaiati con la legge
Suoneranno:
Divisione Ostile HC Asti
Supperated HC Milano
Funeral Rape HC Monza
a seguire Dj set “HVR crew”
18 FEBBRAIO: EDUCARE NELLA LIBERTA’ con FRANCESCO CODELLO
Per mesi siamo stati in piazza contro i tagli della Gelmini: ci siamo mai domandati se
valesse la pena lottare per questo modello educativo?
È piacevole andare a scuola? È utile?
Sì, allo Stato sicuramente.
A scuola ci insegnano a rispettare le leggi, le istituzioni, le religioni… addirittura il buon costume.
Siamo schedati con voti e verifiche, la nostra creatività resta ingabbiata tutto il giorno dentro quattro mura.
Se è vero che l’uomo nasce libero, l’istruzione di Stato lo rende ubbidiente e prontoa diventare sfruttato o sfruttatore.
Una scuola che ponga al centro i desideri e le fantasie di un bambino è possibile?
Sparse qua e là esistono scuole che provano a educare nella libertà, piccoli germi di una societàfutura di liberi e uguali
Incontro con
Francesco
dellA Rete di Educazione
Libertaria autore di numerosi
libri sulla pedagogia libertaria,
come “Vaso, creta o fiore”
18 feb.ore 21
Corso Palermo 46
QUALE SCUOLA SALVARE?
Ormai da anni il movimento studentesco si mobilita per difendere l’istruzione pubblica dagli attacchi del potere, ma ne vale davvero la pena?
La scuola pubblica non è altro che la brutta copia della nostra società, infatti, il suo compito è quello di preparare i ragazzi ad affrontare la vita o meglio quello di inquadrarli in un sistema produttivo dove puoi essere operaio o dirigente, basta solo che non alzi la testa per desiderare qualcosa di diverso dalla realtà opprimente in cui vivi. Il bambino, per sua natura curioso di vedere e capire il mondo, è costretto fin dall’età di 6 anni a trascorrere la maggior parte della sua giornata seduto sui banchi ascoltando un insegnante spesso noioso e ripetitivo, in questo modo la curiosità di guardarsi attorno e di domandare perché le farfalle volano, i fiori sono colorati o la neve fredda, si affievolisce. Andare a scuola diventa un obbligo, si studia solamente perché minacciati da voti e da bocciature, gli studenti più bravi e ubbidienti sono premiati, quelli meno sono messi al fondo dell’aula o puniti. Le verifiche hanno il solo scopo di creare un clima di competizione, lo stesso del mondo esterno, per impedire che si crei un clima di solidarietà.
Istituzioni come la scuola, la fabbrica, il carcere sono per certi versi più simili che diverse. In tutte e tre la giornata è scandita da orari ben precisi che non possono essere messi in discussione; in tutte e tre ci sono pause dall’attività prestabilite, chiamate a seconda intervallo, riposo, ora d’aria; in tutte e tre ci sono punizioni per chi non fa il suo dovere, dette 5 in condotta o bocciatura, licenziamento, prolungamento di pena o carcere duro. A quanto sembra la scuola non è poi molto diversa dal mondo degli adulti, senza il suo grande lavoro di educazione all’obbedienza, forse, non accetteremmo in modo così acritico l’autorità irrazionale dello Stato e dei suoi sgherri o la prepotenza di un padrone che si crede un benefattore solamente perché dà lavoro. I difensori della scuola di Stato sostengono che essa serva ad emancipare l’individuo e a creare coscienza critica, in realtà l’educazione che ci viene impartita, per quanto libera e democratica, non metterà mai in discussione se stessa, cioè lo Stato. Creerà buoni cittadini che rispetteranno le leggi e che le considereranno necessarie e in superabili, mai individui liberi con una loro propria coscienza critica.
Noi crediamo che un’altra scuola sia possibile, una scuola che metta al centro il bambino, non gli interessi degli adulti, che dia la possibilità a tutti di studiare cosa più piace, perché è inutile studiare qualcosa che ci annoia solo per superare una verifica dimenticando tutto qualche giorno dopo. Un luogo in cui non ci siano minacce e punizioni, dove uno possa scegliere se studiare, cosa studiare e come studiare. In questo posto non esistono premi e punizioni, che sono la base del mondo degli adulti, perché servirebbero solo a spaccare la classe tra chi sa, è dotato e avrà successo e chi non sa e molto probabilmente sarà sfruttato. In questa scuola le noiose e spesso inutili lezioni frontali sono sostituite da una didattica alternativa che comprende: programmi variabili, lezioni all’aperto, lettura di libri e poesie scelti dallo studente, dibattiti, ricerche. Insomma un luogo in cui non si è e non ci si sente obbligati ad andare, ma dove si può scoprire il mondo che ci circonda soddisfando la nostra grande curiosità. Il ruolo degli educatori sarà sempre meno determinante man mano che lo studente crescerà, finché sarà del tutto inutile perché gli studenti saranno in grado di autogestirsi. Questa scuola, al contrario di quella istituzionale, non prevede un esame finale di maturità, che attesta che il ragazzo è diventato uomo ed è pronto a divenire un ingranaggio del sistema capitalista, perché nessuno, se non lo studente stesso, può valutare se il suo percorso educativo ha avuto successo.
Senza un’educazione all’obbedienza e al rispetto dell’autorità, i governanti, i padroni e i preti non si sentirebbero legittimati ad opprimerci ogni giorno. Una scuola che educhi alla libertà e alla solidarietà è il primo germe per una società futura di liberi e uguali.
Non sforziamoci di tenere in piedi una scuola di stato che fa acqua da tutte le parti, ma dalle sue macerie costruiamo una nuova scuola autogestita che abbia come unico fine la nostra felicità.
Concerto BELLA VITA
Concerto BellaVita dalle 17 con:
Conbo (Folk Torino)
Risvolti (Action Sound Torino)
Uprising Punx (Street Punk Asti)
Divisione Ostile (Punk HC Asti)
Congegno (Punk HC Trento)
H.I.V. (Punk HC Torino)
Al seguito DJ set!!!
BellaVita – No Money – Porta quello che vorresti trovare.
Collettivo Anarchico Studentesco Torinese.
MEZCAL SQUAT
Corso Pastrengo
Parco Della certosa Collegno To
COME ARRIVARE
Autobus
Chi paga il bliglietto porta sfiga! Digli di smettere! Sopratutto visto e considerato che la gtt è complice delle espulsioni!
Bus 33 e 33 da Torino C.So Vittorio Emanuele angolo V. Arsenale.
Bus 37 partenze da Pianezza a Fermi (capolinea metrò) Altri Bus che passano in zona: 37, 44, 76, 87, (anche da Almese, Condove, Rubiana, Valdellatorre, Rivoli Castello, -Givoletto/La Cassa/San Gillio)
Treno orario treni Bardonecchia Torino A/R 2010
Considerato il tragitto di 10 minuti circa è possibile che il controllore passi. Facci attenzione!
Da Porta Nuova c’è il treno per Bussoleno/Susa/Bardonecchia. La prima fermata è collegno, la stazione è a pochi passi dall’entrata della Certosa.
Metrò
La corsa si può non pagare raccogliendo un biglietto gtt usato che non abbia il timbro dietro vicino alla banda magnetica
Il Metro è il mezzo più veloce per raggiungere il Mezcal, le corse partono dalla mattina alle 5.30 e l’ultima corsa è (partenza dal capolinea Porta Nuova):
Venerdì alle 23.30
Sabato dalle 5:30 alle 1.15
Domenica dalle 8:00 alle 22.00
Le stazioni del Metrò le trovi davanti alla stazione Ferroviaria di Porta Nuova (per chi arriva con il treno dal Sud) e di Porta Susa (per chi arriva da Milano/Aosta)
Dove scendere: Arrivare fino al capolinea “Fermi”, una volta lì o fai 600 metri a piedi o due fermate del Bus 33 e 33, 37, 87 (direzione Collegno) e ti troverai all’entrata di Corso Pastrengo.
Auto
Milano
Direzione Frejus Savona, uscita Collegno
Sud
Usciti dall’autostrada prendere tangenziale Nord Direzione Milano Aosta, uscire a Collegno
Una volta arrivati in Corso Pastrengo fermati al benzinaio dove c’è il parcheggio. Il Mezcal è in centro al parco.