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CONTRO TUTTE LE GUERRE E TUTTI GLI STATI
Ormai da diversi anni, come studenti, ci siamo impegnati nelle mobilitazioni contro la Gelmini. Nelle piazze, come nelle scuole, abbiamo espresso più volte il nostro dissenso, riuscendo a costruire negli anni un movimento che in certi momenti ha saputo essere molto radicale.
Ora è arrivato il momento di fare un ulteriore passo, perchè l’Italia è in guerra, e come studenti non possiamo essere indifferenti.
Da un mese la guerra in Libia è su tutte le pagine dei giornali, ma anche prima dell’intervento militare in Libia l’Italia era in guerra: dalla “missione di pace” in Afghanistan alla caccia al clandestino. La guerra, deve essere chiaro, non è solo in Libia ma è dentro e fuori i confini di uno Stato Infame: l’Italia.
Le logiche violente e omicide dello Stato si esplicano tanto all’ ”estero” quando all’interno dei confini dello Stato stesso. E quest’anno, a 150 anni dall’Unità d’Italia, gli italiani festeggiano inaugurando una nuova guerra, inventando fantomatici nemici da combattere e illusori diritti da difendere. Come se non bastasse ci parlano di intervento umanitario o, più ipocritamente ancora, di guerra umanitaria. Ma nessuna guerra è umanitaria, e nessuno Stato difende le persone. Come anarchici lo sappiamo bene, e vogliamo dire, ancora una volta, che con la guerra non ci stiamo, e che nessuno Stato, MAI, sarà appoggiato da noi.
In una guerra sappiamo da che parte stare: dalla parte dei deboli, dalla parte degli uomini e delle donne la cui vita è messa costantemente in pericolo da conflitti generati per rispartire gli interessi economici di vecchi e nuovi capitalisti.
Tutto questo per dire che non esistono guerre giuste o giustificabili, e che la violenza statale va contrastata a tutti i costi. Noi studenti dobbiamo essere in prima fila contro la guerra, in Libia e ovunque, perché solo così potremo costruire un mondo davvero migliore.
CAST (Collettivo Anarchico Studentesco Torinese)
Il collettivo si riunisce ogni martedì alle ore 17 in Corso Palermo 46 (TO).
Torino: gli studenti non si faranno intimorire dalla repressione
Il copione è quello di sempre, finito un movimento scatta l’ora della repressione e come al solito sono colpiti pochi “eletti". Era il 17 novembre scorso, una grande manifestazione aveva invaso le strade di Torino, quando un gruppo di qualche centinaio di studenti decise di occupare la stazione di Porta Nuova per creare un disagio effettivo e per dimostrare la loro netta contrarietà con il modello di scuola proposto. Dopo quel 17 novembre, per un mese intero, gli studenti torinesi sarebbero scesi in piazza e avrebbero occupato tutto ciò che gli veniva in mente. Dopo soli 3 mesi da quei giorni incredibili, la lotta contro la riforma Gelmini pare un lontano ricordo e la DIGOS passa al contrattacco mandando i primi avvisi di garanzia ad alcuni prescelti, tra cui una ragazza del nostro collettivo, ancora minorenne, accusata di occupazione e interruzione di pubblico servizio. La nostra compagna, già colpita in precedenza da altre denunce per l’occupazione del MIUR del 14 dicembre, è rea di aver partecipato attivamente alle mobilitazioni studentesche di questi ultimi due anni oltre che alle lotte antirazziste e antimilitariste. Ci sembra chiaro l’intento della questura, quello di colpire per intimorire le persone e i gruppi più attivi che sono stati la parte più radicale delle proteste dello scorso autunno. Sappiano i questurini che i loro avvisi di garanzia sono la conferma che siamo sulla strada giusta e stiano pur certi che non saranno alcune denunce a fermare o a modificare la nostra attività. Collettivo Anarchico Studentesco Torinese