IL VICOLO CIECO
Dopo mesi, troppi mesi, di nuovo tutti in piazza. Tutti uniti perché oggi c’è lo sciopero generale, un’occasione imperdibile, oggi si fa sul serio, poiché uniti possiamo sconfiggere la destra e Berlusconi, così, magari, vince Fassino. George Orwell in un suo grande romanzo, 1984, descriveva quale sarebbe stata la società futura; gli uomini avrebbero parlato una lingua particolare denominata neo-lingua, nella quale libertà significava schiavitù, pace voleva dire guerra, ecc. Dopo più di 60 anni dall’uscita di questo romanzo distopico pare che purtroppo Orwell abbia previsto tutto. Oggi: per mantenere la pace scarichiamo bombe sulla Libia; per la nostra libertà lo Stato riempie le strade delle nostre città di polizia, soldati, addirittura carri armati. Anche la parola sciopero generale è entrata a far parte della neo-lingua, un tempo aveva un significato importante di lotta contro il sistema capitalistico al fine della sovversione dell’esistente, pronunciata dalla CGIL muta significato in sottomissione al potere dell’unico grande sindacato. La CGIL, mostrata dalle televisioni come il sindacato più combattivo, scegliendo la strada della concertazione cerca di impedire che le lotte si trasformino in conflitto sociale. Per il sindacato di Stato la cosa più importante, prima della difesa dei diritti o di altre amenità tanto sbandierate, è che i lavoratori non si autorganizzino, la protesta deve restare negli stretti confini della Costituzione, mai andare oltre, altrimenti il sindacato condannerà i violenti. Violenza per noi è andare a lavorare tutti i giorni sotto un padrone, è vedere militari e polizia per le strade, è scoprire che la propria vita dipende da un pezzo di carta in cui c’è scritto in quale stato dobbiamo stare, invece, per la CGIL è ribellarsi a questo sistema. Lo sciopero generale era necessario in autunno per la vertenza di Pomigliano o a gennaio per quella di Mirafiori, adesso questo sciopero, sarebbe più corretto chiamarlo pagliacciata, generale ha il solo scopo di fare un favore al PD e ai suoi scagnozzi per le elezioni. Credere che da un’iniziativa di un sindacato confederale possa ripartire un movimento studentesco che faccia davvero paura o almeno dia parecchio fastidio a chi ci governa è molto ingenuo, questa strada non ha via d’uscita è appunto un vicolo cieco. LA SCELTA DELL’AUTOGESTIONE E’ ora di ribellarsi anche contro quei partiti o quei sindacati che vorrebbero comprendere le nostre problematiche ed erigersi a nostri rappresentanti, non ne abbiamo bisogno. Questo autunno abbiamo dimostrato occupando e autogestendo le scuole e le università di essere in grado di fare da soli, perché ora seguire un sindacato? Per resistere alla crisi, allo sfruttamento del lavoro salariato o alle follie nucleari, l’unica strada è quella dell’autogestione e dell’azione diretta senza delega.