Torino: gli studenti non si faranno intimorire dalla repressione
Il copione è quello di sempre, finito un movimento scatta l’ora della repressione e come al solito sono colpiti pochi “eletti". Era il 17 novembre scorso, una grande manifestazione aveva invaso le strade di Torino, quando un gruppo di qualche centinaio di studenti decise di occupare la stazione di Porta Nuova per creare un disagio effettivo e per dimostrare la loro netta contrarietà con il modello di scuola proposto. Dopo quel 17 novembre, per un mese intero, gli studenti torinesi sarebbero scesi in piazza e avrebbero occupato tutto ciò che gli veniva in mente. Dopo soli 3 mesi da quei giorni incredibili, la lotta contro la riforma Gelmini pare un lontano ricordo e la DIGOS passa al contrattacco mandando i primi avvisi di garanzia ad alcuni prescelti, tra cui una ragazza del nostro collettivo, ancora minorenne, accusata di occupazione e interruzione di pubblico servizio. La nostra compagna, già colpita in precedenza da altre denunce per l’occupazione del MIUR del 14 dicembre, è rea di aver partecipato attivamente alle mobilitazioni studentesche di questi ultimi due anni oltre che alle lotte antirazziste e antimilitariste. Ci sembra chiaro l’intento della questura, quello di colpire per intimorire le persone e i gruppi più attivi che sono stati la parte più radicale delle proteste dello scorso autunno. Sappiano i questurini che i loro avvisi di garanzia sono la conferma che siamo sulla strada giusta e stiano pur certi che non saranno alcune denunce a fermare o a modificare la nostra attività. Collettivo Anarchico Studentesco Torinese